La politica di bilancio: cos’è e perché è così importante per un comune

05.05.2022

La finanza delle amministrazioni locali - tra questi i Comuni come il nostro - è un tema nel nostro Paese storicamente molto sottovalutato dall'opinione pubblica, marginalizzato dai più rispetto al tema - indubbiamente più vasto - costituito dalla finanza complessiva del Paese.

La verità è che gli enti locali sono quasi sempre la prima linea delle istituzioni cui i cittadini si rivolgono per ogni tipo di esigenza, da quelle che richiedono per loro natura risposte urgenti (la salute, la sicurezza, la sofferenza economica...) a quelle meno critiche, ma non per questo meno importanti, dato che riguardano la vita 'di tutti i giorni'.

Lo ha dimostrato la crisi pandemica, dalla quale sembra che si stia finalmente uscendo; e lo dimostra la domanda di 'sociale' che emerge da comunità sempre più in crisi di lavoro, di integrazione, di solidarietà, di formazione; e lo dimostra - soprattutto - la domanda sempre crescente di Progresso in fatto di Modello di Sviluppo Sostenibile; che è un enorme contenitore in cui trovano posto temi centrali per la qualità della nostra vita come... le fonti energetiche, il ciclo dei rifiuti, la mobilità personale, la qualità dell'urbanizzazione, il supporto alla famiglia basato su una reale uguaglianza di genere, solo per citare quelli più ricorrenti.

Ma, ciò detto, perché la finanza locale è importante? La risposta è semplicissima: un'amministrazione locale non può dar corso a nessun Progetto - per quanto utile, innovativo, auspicabile o avveniristico sia - se, innanzitutto, non adotta una gestione delle proprie finanze improntata al più stretto rigore.

Che significa tante cose.

La Visione di territorio e di comunità che si è 'venduta' ai cittadini quando era tempo di elezioni può tradursi in realtà solo se ci si mette in condizione di attuarli i Progetti che servono a farlo. Ed un Progetto è veramente tale se e solo se è ...definito, discusso ed approvato in consiglio, finanziato e, una volta fatto questo, se in fase attuativa viene poi gestito con le adeguate professionalità.

Il prerequisito per poter dar corso ad un Progetto, perciò, sta nell'averlo incluso nel bilancio di previsione dell'ente relativo all'arco temporale in cui si conta di realizzarlo; e che questo bilancio sia stato effettivamente discusso ed approvato in Consiglio PRIMA dell'inizio del periodo cui il bilancio stesso si riferisce. È impossibile sottovalutare l'importanza di questo prerequisito. Perché, se voglio - ad esempio - ... rifare a Jesi un dato edificio scolastico nel corso del 2023, non basta volerlo, pensare a dove smistare gli studenti per il tempo che servirà a costruirlo, selezionare le ditte ed assegnare il lavoro. Servirà soprattutto inserire la spesa nel bilancio di previsione e, se quell'edificio lo voglio sul serio realizzare nel corso del 2023, devo assolutamente approvare il bilancio di previsione del 2023 prima che il 2023 inizi! Anzi, se voglio essere proprio SICURO di iniziarla e finirla nei tempi quella scuola, mi conviene anticiparmi con l'approvazione del bilancio a qualche mese PRIMA che inizi il 2023, così ho il tempo di indire la gara, assegnare il lavoro e dare alla ditta il tempo di mettere in piedi il cantiere!

L'approvazione del bilancio di previsione di un dato anno prima che questi inizi è, perciò, un pilastro talmente importante della finanza di qualsiasi ente locale che, in caso non ci si riesca, l'amministrazione è letteralmente paralizzata in tutte le sue attività, dovendo sottostare alla norma di poter dar corso solo alle spese correnti e per un ammontare mensile pari ad 1/12 delle spese correnti consuntivate l'anno precedente!!! Una norma, tra l'altro, SACROSANTA perché... non sarebbe esattamente una cosa molto democratica se una giunta potesse spendere i soldi di tutti senza essersi fatto approvare le spese dal Consiglio, che - giustappunto - rappresenta tutti quelli (i cittadini amministrati) che li han tirati fuori dalle proprie tasche quei soldi, sotto forma di fiscalità!

Ma non finisce qui.

Questo importantissimo passo - l'approvazione nei tempi del bilancio di previsione - richiede necessariamente un'attenta disamina di TUTTI i flussi economici dell'amministrazione. Perché le risorse sono SEMPRE limitate, ed è con esse che bisogna far fronte alle esigenze, magari fissando una scala di priorità che non può che collocarsi nel dominio della... Politica (e la maiuscola non è a caso...).

Perciò, ogni voce va attentamente esaminata nella sua effettiva necessità. E questo vale sia per i progetti particolari cui si vorrebbe dar corso che per le spese correnti; tra le quali spicca per entità la spesa per il personale di cui è fatta la macchina amministrativa!

Se ci si pensa un attimo, le cose non sono molto diverse da ciò che accade a casa di ciascuno di noi: è il bilancio nel suo complesso che deve 'quadrare', e perciò vanno stabilite priorità, economie e ottimizzazioni, in modo che l'impiego di ogni singolo centesimo che è previsto in entrata sia speso con la massima efficacia (= soddisfazione dello scopo) ed efficienza (=al minimo costo), in un armonico sviluppo dell'attività dell'intero anno a venire.

Insomma, un'amministrazione locale o casa nostra non sono poi così diverse da una qualsiasi sana azienda privata: la differenza vera sta nel come si fanno le scelte, nei "PERCHÈ" che fissano la scala delle priorità; che in un'azienda non può che essere la massimizzazione del profitto, in una amministrazione locale non può che essere la realizzazione della propria Visione di comunità, e la scala delle priorità è esattamente l'ambito in cui svolge il suo ruolo la Politica, nell'accezione più nobile del termine.

Chiarito il senso della finanza di un'amministrazione locale, cosa abbiamo trovato 10 anni fa al comune di Jesi, all'inizio della' "era delle civiche" cui qualcuno vorrebbe mettere fine?

Abbiamo trovato un totale DISASTRO!

Ed a delineare il quadro veramente desolante bastano, purtroppo, poche "sinistre" pennellate: la gestione del bilancio, l'organizzazione della macchina comunale, le società partecipate, la situazione debitoria.

Dato che a Jesi stiamo andando a votare, per non ricadere negli stessi errori, vale veramente la pena approfondire almeno questi singoli punti, anche perché - come si vedrà - sono veramente strettamente interconnessi!

E conviene cominciare col bilancio di previsione: fino a 10 anni fa, veniva approvato solo alla fine dell'anno di competenza, ovvero ... quando i soldi di cui si andava a discutere la destinazione erano tutti già spesi! E spesi malissimo perché - date le norme che vigevano pure allora - non avendo approvato il bilancio di previsione, i soldi nel corso dell'anno li si era spesi solo 'per dodicesimi'!

Ma la domanda è, allora, un'altra: perché non ci si atteneva alle norme? Perché paralizzare tutta l'attività amministrativa al drammatico vincolo della gestione 'per dodicesimi', privandosi di fatto della possibilità di dar corso a qualsiasi progetto???

La ragione è semplice e chiunque può verificarla di persona andandosi a rileggere le registrazioni delle drammatiche sedute consiliari di fine anno - qualche volta anche notturne (con panettone e spumante... dato il periodo dell'anno!) - spese a ...conciliare le pretese incrociate (con relativi ricatti) di questa o quella parte politica interna alla maggioranza stessa, finalizzate ad accaparrarsi la disponibilità almeno cartacea (visto che i soldi erano già andati) di questa o quella spesa, equivalente nella mente dei protagonisti ad altrettante fonti di consenso da sbandierare alle prossime elezioni. Uno sforzo veramente titanico per i poveri sindaci che hanno avuto la sventura di presiedere quelle consigliature: uno sforzo disumano per trovare faticosissimi quanto precari equilibri, necessari ad 'accontentare' un po' tutti! Tranne i cittadini di Jesi, però: quelli che pagano le tasse che quei soldi li han generati, allora come oggi!

Il punto è che quando la Politica diventa la 'politichetta' delle sedute notturne di fine anno... (le maiuscole e le minuscole non sono a caso...) poi succede che non sei in grado di realizzare nessuno, ma proprio NESSUNO, dei progetti che dovevi, e che - magari - avevi promesso.

Nell'attuale campagna elettorale, invece di stendere un pietoso velo su questo grottesco aspetto, quelli del PD vengono polemici a rinfacciarci che molti dei progetti realizzati dalle due consigliature Bacci sono 'lasciti' delle loro amministrazioni! Come, ad esempio, il restyling di Corso Matteotti e delle sue piazze. Assolutamente vero, nessuno lo nega. Peccato che - ed il restyling è uno di questi - di quelle idee non ne abbiano realizzate NEMMENO UNA perché, sempre per rimanere nell'esempio del restyling per il quale il grosso dei finanziamenti necessari era costituito da risorse esterne all'ente, quel progetto prevedeva comunque una spesa a carico del bilancio comunale (alcuni milioni di euro) che, se non inserita nel bilancio di previsione a sua volta ... discusso ed approvato PER TEMPO in Consiglio, poi, molto semplicemente, NON LO FAI! Come qualsiasi altra iniziativa! Ed infatti... l'abbiam realizzato NOI, i maledetti "civici"! Guidati - però - da un "ragioniere" (è l'appellativo dispregiativo più diffuso tra i detrattori del sindaco Massimo BACCI...) con un etica civile di tutto rispetto ed una capacità gestionale esemplare. Che magari avessero avuto loro....

Ma le risorse, anche volendo, non le avrebbero trovate MAI. Perché - e siamo alle altre tre "sinistre" pennellate del DISASTRO di cui vi dicevo - se le risorse che ti arrivano in casa perché le disperdi in mille rivoli sterili ed inutili o, comunque, non di stretto interesse comune, e se a questi 'mille rivoli' dai una forma addirittura RICORRENTE, alla fine il tuo bilancio nasce già ... morto per asfissia, e non ti resta più nulla per fare alcunché. A parte ... DEBITI che, manco a dirlo, genereranno nuovi debiti!

Sapete, funziona grosso modo come ...la rete idrica che porta l'acqua a casa vostra. Immaginate tubazioni bucate e fontanelle disseminate lungo tutto il percorso (di gente assetata e distratta ce n'è sempre...), lasciate perennemente aperte: se le perdite son troppe e le fontanelle abbandonate aperte sono la regola, beh, succede l'ovvio: gran parte dell'acqua finisce nella falda, o direttamente dalle perdite sotterranee oppure sbattendo prima sul selciato senza dissetare proprio nessuno.

Ed il risultato è che... a casa vostra non arriva più niente!

Per restare nel paragone, cosa è stato fatto specialmente nel corso della prima consigliatura Bacci?

Abbiamo semplicemente eliminato il grosso delle perdite e chiusi tutti i rubinetti lasciati aperti! Rendendo disponibili al bilancio risorse buttate per lustri, lustri e lustri letteralmente nel cesso! O a dissetare i pochi 'fortunelli' che a quelle fontanelle han tanto bevuto! Eh si, perché c'è stato pure quello....

Ma - vi starete chiedendo - in cosa consistevano queste fontanelle lasciate aperte? Il grosso stava nella stupefacente mole di risorse impiegate per le 'famigerate' società partecipate e nel sovradimensionamento dell'organico della macchina comunale.

Il costo del personale della macchina amministrativa costituiva e costituisce, infatti, il grosso delle uscite correnti del nostro come di qualsiasi comune. Cosa abbiamo fatto: a Jesi il personale è stato ridotto di oltre 100 unità (parliamo almeno di ¼ dell'organico). Sono - mal contati - 3.000.000 €/anno risparmiati! Senza il minimo impatto negativo sulla quantità e la qualità dei servizi. Anzi, il 'cambio di aria' che si è respirato grazie a quella provvidenziale ristrutturazione - molto opportunamente accompagnata da una intensa attività di formazione cui è stata sottoposto il personale, finalizzata alla presa di coscienza del proprio ruolo e delle responsabilità verso la città ad esso connesse - è servito a realizzare gli importanti recuperi di efficacia ed efficienza indispensabili ad un risultato di quella entità. In altri termini, è stata messa la parola 'fine' alla consuetudine tipica della politichetta che ci ha preceduti di fare del 'posto in comune' (che a me evoca assonanze, come dire... attuali?) un modo - ovviamente premiale solo al consenso - per creare dal nulla posti di lavoro tanto ridondanti quanto improduttivi. A spese dei cittadini, ovviamente. E questa è stata - e lo dico con un certo orgoglio dato che ...c'ero - una scelta assolutamente POLITICA.

L'altro 'fontanone' la cui chiusura ha prodotto un importante recupero di risorse è stata la drastica riduzione delle partecipazioni e la razionalizzazione di quelle che son state mantenute. Cose come "Arca felice" o la "sede distaccata dell'università di MC" o, ancora, partecipare 'con quattrini sonanti' a iniziative come "L'enoteca" o "Il teatro del profumi e dei sapori" - al di là del loro valore intrinseco, in alcuni casi veramente 'dubbio' - sono semplicemente e definitivamente USCITE dal bilancio comunale. Il che - ovviamente - quasi sempre ne ha determinato la fine. Il che ne dimostra quanta importanza o interesse reale della città ci fosse in quelle intraprese....

La pubblica amministrazione (che deve rappresentare gli interessi di tutti, sia pure con le priorità Politiche assunte) non può e non deve impegnare i soldi dei cittadini a interessi di una singola parte (siano essi commercianti, ristoratori o quant'altro). Significa che se è vero che la promozione del territorio in termini di percorsi turistici ed enogastronomici è importantissima, il motore finanziario per tale promozione deve stare presso gli attori di mercato. Le amministrazioni pubbliche possono anche partecipare ma.... SE NE HANNO LE RISORSE, NON HANNO PRIORITÀ PIÙ URGENTI E SE SI TRATTA DI INTERESSI DIFFUSI TRA UN NUMERO VERAMENTE SIGNIFICATIVO DI CONTRIBUENTI. Ed anche questo è scelta POLITICA! Di cui vado orgogliosamente fiero.

Un esempio a parte di come si possano letteralmente buttare soldi pubblici nel cesso (e tirare pure lo sciacquone) è costituito dalla sede distaccata dell'università di MC: 10 milioni di euro in 10 anni (di cui almeno 1/3 dalle casse comunali oltre la concessione dei locali e oltre la metà da CARISJ, anche quelli 'soldi di tutti' tant'è che lo sapete com'è finita quella vicenda... ma ne riparleremo) che non ha prodotto NULLA, se non ... qualche cattedra che altrimenti mai sarebbe stata concessa, la soddisfazione della vanagloria di taluni o l'arrotondamento delle entrate di qualcun altro!

Perché è assurdo, in un mondo in cui gli atenei sono sempre più "centralizzati" per una serie di ottime e convincenti ragioni condivise nei Paesi ai primi posti nei ranking internazionali della formazione accademica, perseguire ancora una costosissima e perniciosa frammentazione in cose che al più sono delle 'scuole' (perché ci si fa al massimo un po' di didattica), ma nulla di ciò che caratterizza una sede universitaria! Dalla quale ci si aspetta - invece - la produzione di contributi innovativi ed originali all'ambito culturale su cui quell'università insiste! E, a proposito della nostra 'gloriosa' sede distaccata, la domanda sorge spontanea: "...... ndò?!?" Insomma, una vera vergogna, avallata e resa possibile dalla stessa gente che ha reso possibile altri disastri ben più importanti! A questo, almeno, è stata messa finalmente la parola FINE!

Sulla razionalizzazione di Jesi Servizi (devo assolutamente citarlo: grande Salvatore PISCONTI... per 10 anni il braccio armato di un cambiamento che definire 'radicale' è il minimo) e della Fondazione Pergolesi non c'è proprio nulla da dire: i risultati in termini di riduzione dei costi e di miglioramento della quantità e della qualità dei servizi forniti sono sotto gli occhi di tutti! Basta scorrere i numeri dei bilanci (che sono pubblici...) e quanto costa, solo per fare un esempio, la TARI a Jesi rispetto ai comuni del resto della provincia di AN, e non solo!

Dopodiché, mi aspetto che qualcuno si stia chiedendo a cosa sia servito tutto questo sforzo di razionalizzazione. È servito a ... eliminare le perdite e a far arrivare nelle nostre case più acqua di quanto richiedessero le sole spese correnti. Con quell'acqua in più (la razionalizzazione delle spese correnti ha preso sicuramente gran parte della prima consigliatura Bacci) si son cominciati a vedere in bilancio... i primi avanzi primari sulla spesa corrente, con i quali abbiamo iniziato a .... RIDURRE IL DEBITO!!! Costituito da ratei di mutuo accesi negli anni ogni volta che era necessario (ma proprio necessario) fare qualcosa perché urgente! Tanto per fare un esempio, il solo 'nevone' dell'ultima consigliatura Belcecchi costò ben 1.200.000 €, tutti rigorosamente A DEBITO! Nostro, ovviamente. Perché non era pronto NULLA, nemmeno uno straccio di piano di emergenza!

Parliamo di tanti, ma veramente TANTI debiti. Debiti accesi negli anni, perché con il modello di finanza che abbiam trovato i soldi non c'erano MAI! Parliamo di svariati milioni di euro da versare in rate di mutui ogni dannato anno; che - così come si erano accumulati in anni ed anni di finanza 'disinvolta' - sono stati pazientemente e progressivamente ridotti, rinegoziati, alcuni estinti, fino ad arrivare ad un livello accettabile. Grazie ad una costante attenzione ad ogni centesimo speso.

E quando hai sistemato i debiti, beh, con l'avanzo corrente ci puoi finanziare una marea di altre cose, come è stato in effetti fatto! Ma questo è un altro discorso, che - comunque - faremo, non dubitate, nelle prossime riflessioni che, spero, vorrete fare insieme a me. Ma tenendo sempre bene in mente quanto spiegato qui sulla natura, il ruolo e la centralità della finanza comunale che è la base per qualsiasi altra iniziativa!

Concludo la mia riflessione odierna. Stiamo andando a votare: cosa si fa di qui in avanti? Semplice.

Ogni jesino degno di tal nome dovrebbe desiderare che continui il rigore che abbiam descritto sin qui. Che è fatto di regole, osservanza delle regole, ricerca costante dell'opportunità, l'efficacia e l'efficienza di ogni singola spesa! Perché si tratta dei soldi di tutti, ovvero della vita di tutti perché noi tutti, per produrli quei soldi, abbiamo impiegato un pezzo del nostro tempo-vita! E per questo meritiamo rispetto!

Va detto che, purtroppo, davanti a noi non si intravedono tempi luminosi: una crisi economica di dimensioni europee, indotta dal combinato disposto di tre anni di pandemia e questo nuovo conflitto militare che insanguina il cuore dell'Europa, ha minato profondamente i fondamentali di molte economie. E noi italiani - per una somma di ragioni - siamo tra i più deboli ed impreparati in Europa. E, perciò, molte cose cambieranno, e tante altre dovranno cambiare.

Un'amministrazione locale come la nostra deve prepararsi a far fronte alle urgenze ed alle necessità dei suoi cittadini nello sforzo di far si che nessuno resti indietro: avremo tanti concittadini 'non abituati' ad essere 'poveri'; ma che, purtroppo, lo diventeranno! Perché avranno perso potere d'acquisto se non, addirittura, il lavoro. E bisognerà affiancarli, star loro vicini quando ...le bollette andranno comunque pagate, i figli comunque mandati a scuola e un piatto in tavola andrà comunque messo tutti i santi giorni!

E sarebbe veramente una tragedia nella tragedia tornare ai 'fasti' di 10 anni fa.

In materia di politiche di bilancio, tra i punti fermi del programma di governo del candidato sindaco Matteo MARASCA - e non a caso sono candidato in una lista civica, Riformisti x Jesi, che lo sostiene - c'è il mantenimento ed il consolidamento di quelle regole e consuetudini così faticosamente introdotte in questi 10 anni di coraggioso e costante lavoro.

Guai a distruggere tutto con un ...ritorno al passato in un momento storico in cui, più che in altri periodi, le persone, le famiglie avranno bisogno delle Istituzioni, quelle locali, quella comunale più di tutte: sarebbe un DISASTRO nel DISASTRO!

Alfredo Punzo, candidato consigliere comunale dei Riformisti con Marasca Sindaco - Comune di Jesi
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