"Quote rosa" e parità di genere: dove siamo esattamente? E cosa pensiamo di fare... a Jesi?

07.05.2022

Tornano anche stavolta nella composizione delle liste elettorali per le amministrative 2022.

Non fraintendetemi: nulla da dire; anzi, nella lista di cui faccio parte ("Riformisti x Jesi" a sostegno del candidato Sindaco Matteo Marasca) le donne rappresentano il 50% esatto dei candidati, 12 su 24: più "pari" di così?!?

Eppure, a quasi 11 anni da quel 12 Luglio del 2011 in cui entrò in vigore con la legge 120 l'istituto delle "quote rosa", è cambiato veramente molto poco.

Per carità, sicuramente dopo 11 anni di quote rosa abbiamo più donne sia in politica che nelle posizioni - se non le più prestigiose - comunque apicali di enti pubblici e società private; ma il problema centrale della parità di genere resta. Perché NON consiste nell'avere un numero più o meno grande di donne nelle posizioni sociali che contano ma nel fatto che non è stato nemmeno ... intaccato il tragico conflitto cui continuano ad esser sottoposte le donne; tra ... realizzare se stesse nello studio, nel lavoro, nelle professioni, nella soddisfazione delle proprie legittime aspirazioni sociali e civili ed il ruolo di madre, moglie, figlia, infermiera, governante e chi più ne ha più ne metta.

La disoccupazione femminile è sempre in testa, comunque si facciano le statistiche; e quelle che un lavoro ce l'hanno, son di solito sottopagate e discriminate, specialmente quando appena ... fanno la mossa di restare incinte; e son sempre le prime a perderlo il lavoro al primo stormir di fronde.... È la 'prova provata' che i cambiamenti culturali non li cali mai dall'alto, magari con una legge dello Stato. Al più puoi accompagnarli, evitare di ostacolarli, tentare di favorirli... Ma devono nascere dal basso!

A volte un esempio vale più di mille discorsi. Uno dei miei più cari amici (un'amicizia che data ormai quasi 50 anni) ha avuto la fortuna/sfortuna (sapete, siamo genitori del Sud...) di vivere l'esperienza costituita dal definitivo trasferimento all'estero, in Olanda per la precisione, di una delle sue figlie. Come in tanti casi che riguardano i nostri giovani migliori, questa giovane donna in Olanda non c'è arrivata da ... emigrante, intendo con le pezze al culo e la valigia di cartone legata con lo spago. C'è arrivata - dopo aver, tra l'altro, inutilmente tentato qui da noi, in Ancona - per fare la professoressa associata in una prestigiosa università olandese, in realtà ha persino avuto l'imbarazzo della scelta su quale università scegliere tra quelle che le avevano offerto tale possibilità....

Insomma, una giovane donna dei nostri giorni, che vive del suo lavoro, che sta realizzando le sue aspirazioni professionali, ma che - ... guarda un po' - nello stesso tempo ha anche formato una magnifica famiglia con un marito messo grosso modo come lei ad impegni di lavoro e due splendide bambine. E, per giunta, senza "mammà al seguito" a farle da governante e bambinaia. E che, evidentemente, il conflitto di cui dicevo un momento fa ... non sa nemmeno cosa sia o, se lo ha mai saputo, ormai ... deve esserselo lasciato alle spalle!

Qualcuno si chiederà: ma come ha fatto, chi è, wonder-woman per caso???

La risposta, evidentemente, è NO!

Il fatto è che ... lì dove si son stabiliti loro, in Olanda, quando sei incinta di 4 o al massimo di 5 mesi, chiunque tu sia (ricca, povera, così così...) arriva alla tua porta un addetto dell'amministrazione comunale con la lista degli asili nido, completa delle disponibilità presunte di posti per l'epoca in cui ci sarà il tuo lieto evento, e ti chiede di indicargli in priorità quelli in cui vorresti mandare il nascituro. Ovviamente, gli asili nido in Olanda costicchiano, roba da 1.200 €/mese, mi è stato riferito e qui i pargoli sono 2, il che porta il totale a 2.400 €/mese... perché pare che non facciano lo sconto comitive!

Ma, niente paura: l'80% di questa cifra te la dà.... Il comune. E non te la dà come da noi, con strumenti tipo ...il credito di imposta o i famigerati 'ristori' che non si sa mai quando arriveranno (se mai arriveranno e nel frattempo paghi tu...) o nei millanta altri diabolici modi che siamo capaci di inventarci solo noi (che i nostri migliori giovani li facciamo scappare in Olanda): no, lì i soldi te li dà il comune! E te li da ...cash, un bonifico automatico e puntuale, sul tuo conto corrente, mese per mese; anzi, se vuoi, li accredita direttamente all'asilo nido, struttura - peraltro - a conduzione rigorosamente privata. Così funzionano bene!

E tutto ciò INDIPENDENTEMENTE dal tuo reddito, perché... i diritti sono i diritti e spettano a tutti. : Punto!

E sapete perché?!?

Perché quella società ha deciso che la Famiglia e la Natalità sono valori primari NON DEROGABILI e NON CONDIZIONABILI da nessun altro criterio! Tipo ... la capienza economica, tanto per fare un esempio.

MA, ovviamente, non finisce qui!

Perché - e visto che siete attenti, mi aspetto che ve lo siate già chiesto - resta il problema del 'chi paga', ovvero del chi tira fuori i soldi per pagare 12 volte l'anno (e per almeno 2 o 3 anni per ciascun nuovo cittadino olandese) l'80% di quei 1.200 euro.

La risposta è che... li tirano fuori TUTTI gli olandesi di quel comune, mediante una fiscalità che da noi si chiamerebbe "di scopo". E pagano in base al REDDITO! Che è una cosa che a me piace moltissimo: a costo di apparire più 'di sinistra' di tanti "sinistri" buoni solo ad andare in giro a fare la lista della spesa... E la fiscalità di scopo messa in piedi è a totale copertura del costo, ovviamente. Insomma, un po' come da noi la TARI!

Lì fanno così. Perché sanno esattamente cosa vogliono. Perché è gente seria e coerente. Inclusi quelli che amministrano. E non credo sappiano nemmeno cosa siano le "quote rosa" ...

Ultima chiosa. A livello locale pensano agli asili. Invece, a livello centrale, lo Stato (e, vi giuro, quando il mio amico me lo ha detto m'è venuta ....la lacrimuccia) ha istituito una legge in base alla quale i genitori possono chiedere nei primi anni di vita dei loro pargoli di usufruite - oltre che del lavoro in remoto che da quelle parti c'era già ben prima della pandemia... - del "Lunedì del papà" e del "Venerdì della mamma", così i bambini, volendo, possono stare a casa con mamma, papà o entrambi i genitori almeno quattro giorni su sette.

Sipario!

APPLAUSI....

Ciò detto, a Jesi l'anno scorso son nati 216 bambini e la popolazione si è ridotta di 159 unità, a fine anno eravamo in 39.394 anime, natalità... poco meno di 6 bambini ogni 1000 residenti: un trend che va avanti così ormai da anni, ... roba da DA BRIVIDI!

60 anni fa, quando avevo 6 anni e stavo a Napoli, 6 bambini erano i nuovi nati in un anno della mia sola tribù, numerosa quanto vi pare, ma sempre una piccola 'tribù' ... qui parliamo di tutta Jesi, pensate!!!!

Ah... in questi numeri ci siamo tutti, dagli extracomunitari residenti, agli jesini di importazione (come me) e quelli doc, ovviamente! ... e meno male che gli immigrati attutiscono un po'!

E non credo di dovermi dilungare, i dati parlano da soli e sono sul sito del nostro comune. Di questo passo, tra pochissimi lustri, sarà il disastro: economico, sociale e culturale.

Concludo. La parità di genere non è più un'opzione ma una vera emergenza; e non si fa con le "quote rosa"! Che, ad 11 anni dalla loro istituzione, sono ormai... la misura di una ulteriore sconfitta, un'offesa per tutto il genere femminile! La parità di genere la si realizza mettendola al centro della Visione di Società che vogliamo realizzare, innanzitutto a LIVELLO LOCALE. Lo stato centrale non c'entra nulla perché dipende tutto dalle singole comunità, come è per tante altre cose. La si realizza mettendo a punto Progetti conseguenti, e mobilitando le risorse e dandosi le priorità che servono. Con chiarezza di obiettivi ed onestà politica. Se si vuole, si può fare. E chi ha voglia di capire ... capisca!

Le donne non hanno bisogno delle quote rosa perché sono già più in gamba di noi e ve lo dice un padre di tre figli! Vorrei vedere quanti tra noi maschietti sarebbero in grado, senza perdersi per strada, di fare per una vita intera quel che fanno le nostre donne, capaci di dividersi tra lavoro, figli, marito, genitori e Dio solo sa cos'altro... senza fiatare, con dedizione assoluta e senza alcun riconoscimento.

Le donne hanno bisogno di SERVIZI. Per allevare i bambini, per tutelare gli anziani, per far funzionare le famiglie. E sarebbe ora che i generi cominciassero a condividerlo quest'onere. Ma sul serio, però!

Se i soldi che servirebbero per gli asili nido vi sembrano tanti pensate solo a dove stiamo finendo. D'altra parte, da noi un mese di asilo nido non costa come in Olanda e non è detto che si debba contribuire per forza anche noi con l'80% della somma o che tale contributo non debba essere modulato in base al reddito, magari senza esagerare, perché i diritti sono i diritti ed è meglio modulare sui doveri, in base all'idea di "solidarietà" che cementa le società democratiche.... Un realistico equilibrio, che 'vesta' un progetto del genere per adattarlo finanziariamente alle possibilità di questa comunità, lo si può sicuramente trovare su numeri ancora significativi ma efficaci! Un equilibrio che, se venissi eletto consigliere della lista Riformisti x Jesi, sicuramente cercherei in Consiglio. Dove farei parte di una maggioranza - nel caso fosse Matteo MARASCA il nostro prossimo sindaco - la cui sensibilità a questi temi è altissima.

Cari concittadini, rifletteteci: non è roba di destra, di sinistra o di centro; si tratta di qualcosa che dobbiamo alle nostre donne prima che a noi stessi. E lo dobbiamo soprattutto al Paese.

Alfredo Punzo, candidato consigliere comunale dei Riformisti con Marasca Sindaco - Comune di Jesi
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